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More details…

La reazione al post precedente mi spinge a un po’ di cose. Innanzitutto, grazie mille per l’appoggio morale. Come forse avrete capito, il post è stato una forma di esorcismo. Sapevo anche io che quel pensiero era una fesseria, ma in quel momento ti vengono mille pensieri tipo "Sì, ho avuto la migliore delle reazioni possibili date le circostanze, ma non sarei dovuto passare in quel tratto ghiacciato". Allora, scriverlo e guardarlo lì scritto è stato un modo di tirarlo fuori e ridimensionarlo (chissà se Zauberei è di umore didattico e le va di spiegare nei dettagli questo meccanismo ppisicològgico).

Secondo, credo di dovere raccontare un po’ di più. Innanzitutto: eravamo andati a visitare una casa nuova. Fatti di secondaria importanza (e proprio per questo indicativi) hanno un po’ incrinato la fiducia che avevamo nella nostra padrona di casa, quindi stiamo a tempo perso vedendo che cosa si trova. La casa che stavamo visitando ha un parcheggino di fronte e un po’ di giardino sul retro. È stato passando per il budellino laterale per andare dall’uno all’altro che ho beccato questo inevitabile tratto ghiacciato che mi ha fatto provare il senso del sacro in tutta la sua trascendenza.

Terminato di nominare il nome di Dio invano in tredici lingue diverse e finita rapidamente la visita, ci siamo messi in macchina con Davide che ululava. Si è spaventato, ci dicevamo. Si è morso la lingua, è venuto fuori poi. Però, arrivati a casa, ha continuato per varie ore ad alternare cinque minuti tranquilli a dieci di ululati. Il che ha fatto nascere non solo il post, ma anche qualche sospetto.

Arrivati alle sette e mezzo, ora a cui abbiamo deciso di annullare un invito a cena a cui ci stavamo preparando da giorni, ho deciso di indagare con la pediatra se un bambino di quest’età a cui faccia male qualcosa quando la si tocca reagisca come farebbe un adulto (proteggendo la parte e levandola) o piuttosto non si limiti a piangere. La risposta è che sono possibili entrambi gli scenari e che una lieve distorsione può benissimo procurare dolore senza segni visibili. Come si è procurato questa distorsione? Beh, un po’ come quelli che hanno un incidente di macchina da cui escono vivi si procurano la frattura delle costole con la cintura di sicurezza. Nel nostro caso, il principale imputato è la maschia stretta del papà. D’altronde o quello o mi cadeva, e credo che sarebbe stato peggio.

Due possibilità: portarlo d’urgenza a fare le lastre o provare a farlo dormire senza antidolorifici (per non falsare la situazione) e semmai portarlo il giorno dopo se ha ancora segni di sofferenza. Optiamo per la seconda ipotesi, visto che è stanco. Alle undici però riparte la sirena e i bostoniani decidono che è ora di fare un’altra esperienza americana: ER! Previa telefonata della pediatra, arriviamo al Children’s Hospital. Ah, che poi no, a natale ci siamo presi il TomTom. Uno immagina, no, che gli ospedali siano elencati tutti. Il che probabilmente è vero, ma vai a capire come cavolo hanno classificato un ospedale che persino sui cartelli stradali è indicato come Children’s Hospital. Insomma, come cercare Linate e scoprire che è elencato come Aeroporto F. De Pinedo… Bah

Ci riceve una signora che chiede qualcosa come 3 volte se Davide sia mai stato là. Le rispondiamo di no, credo anche che qualcosa nello sguardo dica "E speriamo che non ce lo rivediate più, brutta menagramo". Veniamo fatti accomodare in una saletta dove un’infermiera prende tutte le misure e i dati di Davide. E qui parte quello che uno non immaginerebbe essere la componente principale dell’esperienza pronto soccorso: l’attesa.

Nell’ordine, aspettiamo: che un’ infermiera più esperta lo visiti e si faccia spiegare una seconda volta come sono andate le cose; che una terza infermiera ci dica che possiamo cambiare stanza mentre a radiologia si preparano; che arrivi il medico incaricato a cui spiegare i fatti; che si liberi radiologia. Nel frattempo passano altri due medici che inopinatamente rivisitano e si fanno rispiegare tutto. Davide, se potesse parlare, direbbe che il prossimo che gli tocca la caviglia lo fa impalare.

Arrivati a radiologia, Davide ha deciso che qualunque faccia non sia una delle nostre appartiene a qualcuno che gli farà del male, quindi strilla come un’aquila per fare le radiografie (ma sì, abbondiamo, facciamone una decina). Per vendetta battezza abbondantemente il ripiano del lettino radiografico. Mi chiedo sinceramente se la radiologa lo avrà ripulito o meno, secondo me lo ha solo asciugato sommariamente.

Torniamo nella nostra stanzetta, riparte l’attesa. Mi domando che cosa ci sia da aspettare: le lastre erano già visibili quando abbiamo lasciato radiologia. Evidentemente, per qualche motivo noto solo agli iniziati, l’attesa fa parte del rito. In ogni caso, arriva la dottoressina con le radiografie e dice che è tutto a posto, che non c’è bisogno di ingessare o altro e di tenerlo solo tranquillo, evitando che appoggi il piede. Siamo pronti? No, vi preparo le ricette. OK, altra attesa.

Ce ne andiamo alle tre di notte: Davide ha preso un blando antidolorifico e finalmente dorme, non si sveglia neanche quando lo mettiamo nel lettino. Lo scherzo ci è costato dieci ore di tribolazioni, una cena saltata, cento dollari di ticket e tredici di parcheggio. Pigrazia poverina non c’entra nulla ma io, devo dire, se mai ho avuto una colpa a questo punto penso di averla espiata.

  1. febbraio 18, 2008 alle 06:42

    macche’ colpe e colpe da espiare!! hai pensato a lui, istintivamente, di riflesso. Lei non mi considera, mi consenta, che il patato e’ tosto quanto mamma e papa’, e si ripigliera’ presto sia dallo spavento, che dal disagio, che dal fastidio. 🙂 pero’ allora e’ vero che il 17 un po’ sfiga porta… abbracci a tutti e tre

  2. febbraio 18, 2008 alle 08:19

    E dai Boston, capita. L’importante è che non si sia fatto niente.
    (Pure il parcheggio fanno pagare all’ospedale!?)

  3. febbraio 18, 2008 alle 09:17

    nessuna colpa, hai cerctao di proteggerlo
    tanti abbracci a te a pigrazia e al nanetto
    🙂

  4. febbraio 18, 2008 alle 09:20

    ti voglio bene, ti voglio bene, ti voglio bene. averti come padre, come amico, come anche semplice conoscente, regala la possibilità di diventare persone migliori.
    fanculo alle insicurezze, che sai affondano chiunque, da qui a quando sarà autonomo ed indipendente di momenti di dubbio ne avrai un fottìo…..
    roba da farsi domande a vita.
    io non avrei fatto nemmeno quella iniziale, di scelta, non avrei scelto di diventare genitore, perchè sono una codarda, mica per chissà quali elevati concetti, mi sono fatta un esame di coscienza e mi mancano le palle, la testa e la generosità per esserlo, tutto ciò in caso di errori di percorso mi avrebbero reso – a me, a me, bostonia’…. – un pessimo genitore. e senza ombra di dubbio.

  5. utente anonimo
    febbraio 18, 2008 alle 09:24

    Appunto!
    Una tortura! Povero bimbo!

    Nina
    :o)

  6. febbraio 18, 2008 alle 10:20

    a me sarà capitato 1000 volte di sentirmi in colpa con enrico, per tante cose, e in effetti mi son fatta anche io un po di ore di pronto soccorso. Dici che sono fatti apposta per far espiare i genitori?

  7. febbraio 18, 2008 alle 10:33

    bos, se solo ci penso mi viene l’angoscia. però penso che fra nvent’anni, quando davide ti presenterà la prima morosa seria, potrai raccontargli di quando per vendetta allagò il lettino in sala radiografie. e lui ti fulminerà con gli occhi. son soddisfazioni, eh!

  8. febbraio 18, 2008 alle 10:41

    Mi fai venire in mente quando Calvin porta Hobbes nei boschi e poi lo dimentica lì, s’ammazzerebbe quando si rende conto d’aver perso il suo migliore amico. la mamma gli dice “certo, se tu non ti trascinassi quel tigrotto dappertutto…”, e Calvin, tenerissimo, tira su col naso e dice: “Non c’è niente che vada così male da non poterci aggiungere un pizzico di senso di colpa e farlo andare ancora peggio”.

    Ciccini. Tu, Pigrazia, Davide e Calvin 🙂

    Rita

  9. febbraio 18, 2008 alle 11:19

    Quoto Colpo. E una volta quando non c’erano blog certe cose le dimenticavi, ora rimangono tutte lì impresse a raccontare un’esistenza.

  10. febbraio 18, 2008 alle 12:35

    Quantoooo avete pagato????Fondamentalmente si paga cosa, l’attesa???Mah, soldi a parte, avete fatto bene a portarlo in ospedale altrimenti non sareste stati tranquilli. E’ normale, credo, che incidenti del genere capitino, e non avresti potuto gestire meglio la situazione. Adesso è tutto a posto, vero?Un abbraccio a tutta la famiglia

  11. febbraio 18, 2008 alle 13:09

    commento trans(blog): meno male che non avete trovato la versione bostoniana della “megera da sala d’aspetto di studio medico” magistralmente descritta dalla rita nel post del 16 febbraio. altrimenti avresti dovuto aggiungere al fosco quadro ospedaliero anche una vecchiaccia che vi guardava in tralice sbofonchiando “maledetti immigrati italiani del cazzo, coi loro quaranta marmocchi, che ci rubano assistenza e posti di lavoro… brutti europei puzzolenti… e noi che gli abbiamo tolto le pezze dal culo nel dopoguerra… etc etc”.
    ecco, sarebbe stato perfetto.

  12. febbraio 18, 2008 alle 13:13

    Bostonianon sto a scappà all’ospedale fratelli che si somijano a fa’ danni! Quando torno cioè dopo il lavoro pagnotta, te ggiurissimo che te faccio un commentone der tipo didattico palle per terra:) e leggo pure mejo quello che hai scritto.
    :)))

  13. febbraio 18, 2008 alle 13:43

    sono le gioie della paternità.. Io con il mio primo figlio appena nato in braccio, sono volata dalle scale.. Istintivamente ho fatto come te.. ho tenuto per salvarlo, e mi sono massacrata io.. Gite in pronto soccorso tante.. la più “bella” quando ha mangiato una pianta, e avevo paura fosse velenosa… Poi ci ripensi, e ci sorridi pure su… E’ tutto normale.. E mi sa che poi “peggiora…”..

  14. febbraio 18, 2008 alle 14:42

    Intanto una montagna di baci al mio batuffolo preferito! Spero che adesso sia tutto passato, paura compresa. E per te, Bostoniano, i tuoi dubbi non fanno altro che confermarci che gran persona e che ottimo padre tu sia. Un grosso bacio x Pigrazia e per Te.
    Bye. L.

  15. febbraio 18, 2008 alle 15:00

    Però hai conosciuto tutto il team di radiologia dai…hihihi

  16. febbraio 18, 2008 alle 15:02

    sullepunte: se tanto mi dà tanto, è vero sì!
    mint: non necessariamente. Se ci stai meno di un quarto d’ora, non paghi. Dev’essere per questo che ti fanno aspettare un sacco.
    Superpomettomel 🙂
    Pillow: grazie per le bellissime parole! Mi ero fatto il tuo stesso esame di coscienza e con risultati analoghi, sai? E anche Pigrazia. Poi incontri qualcuno, decidi che prendi le cose come vengono e se vengono, ti ci trovi dentro fino al collo e nuoti. Se uno non nasce genitore, e credo che siamo in tanti, è l’unica maniera.
    Nina 🙂
    tortadimele: per quelli pediatrici, non ho dubbi! 🙂
    Colpo: hee hee hee! Questa me la segno…
    Rita: e quando scassa il binocolo del padre? Che quando il padre lo sgrida, risponde “Facciamo finta che già sto malissimo e non c’è bisogno che tu insista?” 🙂
    Bambi: non so se sperare di abituarmi in modo che le reazioni siano più contenute o se sperare di non avere mai bisogno di abituarmi… 🙂
    Lemny: 🙂

  17. febbraio 18, 2008 alle 15:10

    Mikina: cento dollari sono il ticket. L’assicurazione ci ha caricato su chissà quanto! I soldi coprono la visita specialistica e le lastre, fondamentalmente. Qui la sanità costa carissima.
    Zio Colpo: qualcuna lo avrà anche pensato, ma vedi, qui la sanità è più para-privata che para-pubblica. Si può essere licenziati…
    Zaub: Stamo qua che aspettamo
    Salvietta: se non è che per questo, anche cinque infermiere e un paio di ortopedici!

  18. febbraio 18, 2008 alle 16:55

    io sono l’unica che lo ha mollato, si vede che ho un istinto diverso… c’era mica qualche george clooney al PS?

  19. febbraio 18, 2008 alle 17:05

    tortadimele: per come stavi cadendo te, forse era l’ipotesi migliore. Hai detto che gli saresti caduta addosso, no? Se cadi in avanti, o sei uno di quelli che sanno girarsi per cadere di schiena o non è che hai altre alternative che lasciare la presa… Comunque, a giudicare dal sonno di Pigrazia, escluderei che ci fossero dei Clooney nel reparto.

  20. febbraio 18, 2008 alle 17:06

    oioi che passione!
    Mi hai fatto ricordare di quando all’asilo il Cerbiatto è caduto e si è rotto la clavicola :-(((
    tutta la trafila di pronto soccorso…prima visita…
    orsetti verdi…orsetti bianchi (ad indicare l’urgenza)
    Orsetto bianco…e poi le lastre…
    COLGO L’OCCASIONE per PLAUDERE al team del MEYER di Firenze!!!
    Bravissimi, efficientissimi, ganzisssimi e professionalissimi…TUTTI!
    (scusa se ho tracimato…glielo dovevo, questo tributo, al personale di questo ospedale …che è uno dei fiori all’occhiello della mia città!!!
    🙂

  21. utente anonimo
    febbraio 18, 2008 alle 18:05

    Sono passata a vedere come sta Davide…
    Mi pare tanto spavento ma poco danno, per fortuna (a parte quello economico e quello biologico…).

    Esse

  22. febbraio 18, 2008 alle 19:20

    povero pezzettino!
    ma soprattutto anche poveri genitori …
    e poi si parla male dei pronto soccorso italiani….!

  23. febbraio 18, 2008 alle 20:05

    Sai che una volta mio padre mi ha fatto ammazzare con la bici? E un’altra volta mi sono spezzata un braccio mentre allegramente rotolavo in piedi su un pallone e mio padre là non è riuscito a fare nulla??? Mica adesso odio mio padre…li uso solo come racconti simpatici quando voglio provocarlo a tavola…hihihi!
    Scommetto che sei più in gamba di quello che vuoi far credere!
    Un bacio al piccolo

  24. febbraio 18, 2008 alle 20:06

    Vero. Se avessi saputo che non c’era Clooney lo avrei portato al PS in Italia. Avremmo risparmiato parcheggio e ticket, e alla fine ci sarebbe voluto lo stesso tempo.
    Che imbroglioni!

  25. febbraio 18, 2008 alle 20:38

    spero che il tuo senso del sacro si sia attutito, nel frattempo
    e che stiate tutti bene

  26. febbraio 18, 2008 alle 20:48

    @pigrazia: niente clooney nemmeno al meyer…
    quoto comunque biancifiore, anche se le ultime due volte ci siamo stati due ore, al Meyer sono meravigliosi (e devo dire che in 21 mesi di vita del passero li conosciamo molto bene, tra cuore, pisello e bronchiolite). Sono bravi, efficienti e fantasctici con i bambini (e ve lo assicuro non è una cosa scontata, alla pediatria di un altro ospedale cittadino c’è gente che starebbe bene in un magazzino più che lì). Quando abbiamo dovuto aspettare l’unico strazio erala sequela di “non si può aspettare così”, non c’è neanche il parcheggio”, “perché quello è arrivato dopo e l’hanno visitato prima?” etc etc etc dell’italiano medio…

  27. febbraio 18, 2008 alle 20:49

    quel “due ore” voleva dire “delle ore”

  28. febbraio 18, 2008 alle 21:23

    Allora, ecchime qua: cioè non lo so bene che devo dire salvo che Davide è un puciuricchio oltremodo fortunato ad averti come babbo e penzo pure la pigrazia come mamma. e insomma avete fatto la cosa giusta, e confortati eccome che dovevi andarci in ospedale: mica perchè chissa che pericolo aveva corso ma perchè i pucuricchi ululano… aho mica so tanto chiari eh!
    Io pure quando ci ho le anzie anziose, l’ipotesi minchiata sulla coscienza, insomma scrivo. Eh esorcistico è. Anzi mi pare che te sei pure tenuto.
    Cioè mi sa che non sono troppo in vena esegetica ma sostanzialmente so contenta che è tutto a posto:)

  29. febbraio 19, 2008 alle 13:20

    Meno male che si è risolto tutto per il meglio. Un bacino a Davide. Purtroppo sono cose che capitano. Domenica io ho chiuso inavvertitamente due ditine del mio bimbo in una porta 😦

  30. febbraio 19, 2008 alle 15:10

    Bianci: ecco, che si dicano queste cose! 🙂
    Esse: Davide sta benone. Rompe un po’ più le scatole la notte rispetto alla settimana scorsa, ma speriamo che passi. Non sembra legato allo spavento o al dolore, comunque: solo umori passeggeri.
    Cate: beh, però è vero che avevano tutti il sorrisone stampato e non ci è capitata la megera paventata da Colpodicoda
    tortadimele: come, in 21 mesi “li conoscete bene”? Mi stai dicendo che la cosa si ripeterà spesso?
    Zaub: è sicuramente più fortunato ad avere Pigrazia come mamma che me come papà. Pure lasciando da parte questo episodio.
    Sunflower: Doloo-ho-horeeee! A me successe con la portiera della macchina, anche più di una volta. Intendo successe con le mie dita e me bambino eh? A Davide questo scherzo non l’ho ancora combinato

  31. febbraio 19, 2008 alle 16:11

    considerato che il passero ha una (molto lieve) aritmia e quindi ogni tot mesi mettiamo un holter, che ha un’ipospadia dell’uretere e quindi dovrà essere (aargh) operato, e che lo scorso anno siam stati 3 giorni in ps per una bronchiolite, il tutto aggiunto al fatto che devo lottare con mio marito per non andarci a ogni starnuto del passero, direi che conosciamo l’ambiente (quindi ci fa doppiamente piacere sapere che abbiamo un pediatrico da paura, e che i medici sono anche molto gentili). Penso che mediamente dovreste essere a posto per un po’…

  32. febbraio 19, 2008 alle 16:35

    Povero passero! Trasmettigli una carezza transatlantica da parte mia

  33. febbraio 19, 2008 alle 21:15

    il passero ricambia (niente di non risolvibile, eh)

  34. febbraio 19, 2008 alle 23:27

    Tortadimele: certo, ma du’ palle lo stesso

  35. febbraio 20, 2008 alle 07:14

    su questo ci puoi giurare….poi ti giuro che un holter su un bimbino di 10 giorni fa un certo che…

  36. febbraio 20, 2008 alle 09:52

    Anche alle mie dita bambine successe con la portiera della macchina. All’epoca non parlavo ancora così male da sfogarmi adeguatamente. E sapere quanto male faccia mi ha fatto stare ancora peggio per mio figlio 😦

  37. febbraio 20, 2008 alle 10:31

    Comunque, Bostie, non sarebbe ora di postare una bella foto del Piccolo Grande Sopravvissuto?
    (Che fra l’altro sabato sera io e la Nina abbiamo miagolato mezz’ora su quanto era bella quella col ciuffo da paninaro. C’era il fidanzato della Nina che ci guardava in una maniera che la foto se la sarebbe meritata pure lui) 😀

    Rita

  38. febbraio 20, 2008 alle 11:10

    abbraccio tutti e tre, stamattina.,…… tanto, a lungo e fortemente

  39. febbraio 20, 2008 alle 12:41

    ciao Bost, non avevo letto il post precedente… ti mando un abbraccio.

  40. febbraio 20, 2008 alle 17:32

    wow…che strazio! altro che espiazione…qua si parla di autostrada verso il cielo!

  41. febbraio 21, 2008 alle 09:12

    ieri sera ronf abbiamo ronf risperimentato il ps del meyer ronf causa virus gastrointestinale ronf guardia medica scaricabarile ronf pediatra str***a ronf maritoapprensivo ronf. Confermo ronf quanto detto su personale meyer ronf e genitori str***i ronf.

  42. febbraio 21, 2008 alle 12:45

    Felice di sapere che è andato tutto bene…

  43. febbraio 21, 2008 alle 14:58

    SIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! Appoggio la richiesta di Rita: foto del batuffolo.
    Intanto un paio di milioni di baci glieli dai tu x me? Grazie.
    Bye. L.

  44. febbraio 21, 2008 alle 15:51

    Io mi accodo alle garbate richieste di aggiornamento fotografico del Bostonano.

    E insomma!
    Qui ci sono un tot di zie virtual-telematiche che fremono, che poi si sa, a quell’età crescono così veloci, e cambiano così rapidamente e non è possibile che ci lasciate a secco, ormai nel cesto dei panni non ci starà nemmeno più dentro e quindi qui bisogna che fate qualcosa…
    Mi fermo?

  45. utente anonimo
    febbraio 21, 2008 alle 21:27

    Mi piace “zia virtual telematica” WOW! B al B.
    Bye. Lemnysloggata

  46. febbraio 22, 2008 alle 14:52

    Bostoniano?
    Pigrazia?
    Daviduccio?

    Tutto ok?

  47. febbraio 22, 2008 alle 15:08

    Sì, sì, Esse, è solo che il pater familias è superoccupato in giornate lavorative interminabili (ieri ha iniziato alle 7 con una riunione da casa ed è uscito dall’ufficio alle 19), mentre la madre cerca di incastrare un po’ di lavoro e di ricerca casa nelle giornate senza baby sitter.
    Chi (per fortuna) sta meglio di tutti ora che mette anche il piedino a terra è il pupo. Anche se non lo sa.

  48. febbraio 22, 2008 alle 15:12

    oh signur poverino… comunque cosolati: la sola differenza a milano sarebbe stata che avresti speso 13 di ticket e 100 di parcheggio!!!!

  49. febbraio 22, 2008 alle 15:27

    Grazie Pigry.
    Adesso la zia rompicoglioni e ansiotica è più tranquilla.

  50. febbraio 22, 2008 alle 16:09

    Ma ti pare, siamo lusingati dell’interessamento!
    Immagino che vedere scomparire di bella posta da tutti i blog quel prezzemolino di bostoniano sia effettivamente preoccupante…

  51. febbraio 22, 2008 alle 16:12

    Prezzemolino IO??? Allora tu sei il cilantro. E ringrazia che non chiamo in causa L’ALTRA variante del cilantro…

  52. febbraio 22, 2008 alle 16:19

    mah veramente nel mio blog continua a rompere….e poi parlando di cose, ma di coseeeeeeee…
    comunque pigrazia non ci ha ancora spiegato cosa hafatto di male visto che, oltre al marito, si è beccata tutto quel pronto soccorso, senza neanche george…(l’altrasera dottorino biondo non malaccio al meyer). Quanto devi espiare?

  53. febbraio 22, 2008 alle 18:59

    Quando avevo quattro anni il mio babbo mi ha caricato su una moto da cross assieme a lui (provetto motociclista, va detto!). La velocita’, il vento tra i capelli…Sarebbe stato tutto splendido se, lungo una discesa infinita e ripidissima, non si fosse reso conto che i freni erano rotti. Completamente andati.
    Ebbene, io ricordo ancora (la mia prima traccia mnestica, pensa un po’ te!) mio padre che mi acchiappa e che si scaraventa giu’ dalla moto con un salto da canguro (in mezzo alle ortiche) con me tenuta in alto tipo coppa UEFA.
    Siamo atterrati entrambi pressoche’ illesi (giusto un paio di sfregi che mi han resa famosa e ricercata nella mia scuola materna), ma la moto non ce l’ha fatta.
    Effettivamente il pater, essendo dannatamente incosciente, ha attentato piu’ volte alla mia vita, (ho una quantita’ di ricordi interessanti ambientati in montagna…) ma mi ha regalato un’infanzia piena di avventure.
    A quando il primo volo in deltaplano con il pupo?
    Alice Survivor

  54. febbraio 22, 2008 alle 19:46

    Eh, Torta, quello che espìo ora è nulla rispetto a quanto ho già dato nella prima trentina…
    Nella mia vita precedente devo essere stata una bella carogna, peccato non ricordare nulla!

    Eh, i dottorini qui non erano male, ma tutti -almeno all’aspetto- rigorosamente sotto i 30.
    Forse per questo si chiama Children’s Hospital… 😛

  55. febbraio 24, 2008 alle 17:12

    il motivo per cui Davide e’ stato visto da svariati infermieri e’ che ciascuno di loro presentera’ il conto. Io ho avuto solo una esperienza con l’ER americano e spero che non succeda mai piu’: mia madre ha avuto la prima colica renale della sua vita (e spero l’ultima) qui a Los Angeles (la sfiga ci vede benissimo) e al primo ospedale non l’hanno nemmeno visitata, il medico ha detto che si trattava di indigestione soltanto guardandola in faccia (non gli avevano spiegato che era un medico e non un guru). Torniamo a casa e qualche ora piu’ tardi i dolori riprendono piu’ forti (se il guru avesse fatto il suo dovere e le avesse dato un antidolorifico non saremmo arrivati agli ululati), altro giro, altra corsa, eccoci al secondo pronto soccorso (con mia madre che vomitava e urlava): la prima domanda e’ stata se avevamo un’assicurazione, poi ci hanno fatto compilare una scheda, poi ci hanno fatto entrare in una stanzetta, ci hanno dato un camice che ho messo io a mia madre (mentre si contorceva), sono passati 4 o 5 infermieri, alla fine e’ arrivato il medico (un miraggio a quel punto) quindi e’arrivata anche la diagnosi e infine la morfina. Ha dormito “on and off” tre giorni di seguito. Ho temuto che l’avessero uccisa!
    Ora sta bene, thank God
    Scusa tutto lo spazio occupato
    Valeriascrive da losangeles

  56. febbraio 25, 2008 alle 18:12

    beh? ancora in riunione?

  57. febbraio 25, 2008 alle 18:17

    No, sto tirando il fiato, poi riparto. Sono diesel, io. L’età avanza, e nessuno ne ha voluta un po’ (e questa l’ho già detta)

  58. febbraio 25, 2008 alle 19:17

    Valeriascrive: per fortuna al tempo non ci fu la prima esperienza (“Va là che vai bene, torna a casa e dormici su”), ma la seconda parte del tuo racconto riflette pari pari l’esperienza ER di un mio fratello che si era fatto un buco in testa con lo sportello di un armadio in albergo. A noi è andata un po’ meglio, ma forse al pronto soccorso pediatrico un minimo di pietà ce l’hanno.

  59. febbraio 25, 2008 alle 21:03

    Ecco, avevo letto con trepidazione un po’ di tempo fa… Ma come sta adesso il Piccoletto?

  60. febbraio 25, 2008 alle 22:05

    Pellys: non fosse il pigro che è, al terzo giorno avrebbe potuto fare anche i salti. A quest’età sono di gomma.

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