Semplicissimo
Dunque, in certe parti del Piemonte hanno una pasta fresca che si fa a polliciate. Si spollicia una pallina di pasta, deve diventare come un’orecchietta ma più allungata (c’è chi azzarda un’origine comune). L’arte è strisciare il pollice sul piano in legno in modo tale che la pasta faccia delle caratteristiche rughette, per raccogliere meglio il sugo. Tradizionale è servirle condite col sugo d’arrosto di vitello: mantecate nel sugo con parmigiano e acqua di cottura e via in tavola.
Non sapendole fare, ho usato le orecchiette. E non avendo sugo d’arrosto di vitello ho usato del sugo di stufato di manzo. Ottime.
Ah, il sugo di stufato? Non ce l’avete per le mani? Semplice. Prima cosa, fatevi invitare a una festa dove sono previste una quarantina di persone. Decidete che farete hamburger, perché non avete la minima voglia di svenarvi per portare bistecca per tutti. Aspettate che il giorno arrivi e scoprite che pioverà, mandando il discorso griglia a farsi benedire. Che fare che costi poco? Esatto, stufato.
Procuratevi quindi circa tre chili di carne di manzo, la parte deve essere bella grassa e ricca di tessuto connettivo. A Roma, la mia preferita è nota come "sora", in subordine il "campanello". No, non ho idea come si chiamino altrove. Tanto non lo so neanche qua: guardatela e basta, deve essere quella carne che MAI vi sognereste di fare in padella o grigliata. Fatela a cubetti di un 5 cm di lato.
Prendete due pentole a pressione (in una tutta questa carne non c’entra) mettete un po’ d’olio sul fondo e, procedendo a un po’ per volta, rosolate tutta la carne a fiamma media. Non riempite il fondo di carne, un solo strato e neanche stretto, se no vi viene lessa. A mano a mano che la carne rosola, mettetela in un contenitore di dimensioni adeguate.
A parte avrete tagliato a pezzotti due carote, due costolone di sedano (non buttate le foglie, sono profumatissime!), due cipolle, quattro scalogni e due spicchi d’aglio. Avrete inoltre ammollato in acqua calda due manciatone di funghi secchi, aperto una piccola latta di pomodoro a pezzettoni, preparato due bicchieri di vino rosso e snocciolato e asciugato dalla salamoia una manciata prudente di olive nere (a me piacciono le Kalamata).
Fate appassire carotecipolleagliscalognisedani nell’olio e nel fondo rimasti nelle due pentole dalla rosolatura della carne. Aggiungete la carne, salate e pepate. Aggiungete poi tutti gli altri ingredienti, compresa l’acqua dei funghi, il vino e il sugo eventualmente tirato fuori dalla carne mentre è rimasta ad aspettare di tornare in pentola, e finite con tanta acqua quanta ne serve ad arrivare un dito scarso sotto i pezzi più sporgenti della carne (coprendone quindi la maggior parte). Regolate prudentemente di sale, chiudete le pentole e fate cuocere un’ora scarsa.
Fate a cubetti quattro grosse patate. Aprite le pentole e dividetevecesele dentro le patate. Aggiungete acqua se serve, mescolate, richiudete e fate cuocere altri quindici-venti minuti. Servite in tavola, lasciate che gli ospiti si servano a piacere. Vi saranno rimasti pochi pezzetti di carne, qualche fungo, tre cubi di patata e un buon 350 cc di sugo. Date la carne e le patate a Davide per pranzo, saltate le orecchiette appena scolate al dente nel sugo scaldato in una padella, aggiungete una manciatona di parmigiano, mantecate e portate in tavola.
Come dicevo, semplicissimo. Fatemi sapere com’è andata.
una carne incredibile per ricette simili a queste e il “ganascino” cioè la guancia del bovino. stupendissima.
certo, bisognerebbe verificare se le mucche del new england hanno la testa.
ciao bostoniano! non passo spesso dal tuo blog,ti leggo sempre però tra i commentatori di nonsolomamma e oggi per curiosità ti scopro.. un valdarnotto! che sorpresa! vabbè, la tu’nonna. un caro saluto da una sconosciuta sangiovannese. ma quanto è piccolo il mondo.. saluti n.
Non posso farla.
Non ho nessun Davide a cui dare la carne e le patate per pranzo!
Peccato…
;P
Si, semplicissimo…forse è più facile farsi spedire il sugo dall’altro capo del mondo… allora sì. Ti lascio il mio indirizzo? Tanto mi pare che ne avanzi!!!
Boston , tu sei un maestro ma io sono a 10 km dal Ticino e di là è Piemonte.
Ci metto meno a far la gita.
Buon appetito.
Passavo solo per precisare che chi mangia ganascino o guanciale mi rende inquieta.
Rita
(comunque notavo che almeno due componenti di questa ricetta sono fortemente circostanziali: presenza di pioggia e presenza di un davide).
gnamm!
Decisamente non è un piatto estivo.. comunque ne prendo volentierissimo nota per quando farà più fresco….il sugo del brasato!!! BBono!!
sto andando in sicilia…appena torno provo di sicuro, la nana grande secondo me gradira’ un sacco. Grazie! 🙂
Cinas: ne sento parlare con tono adorante da più parti ma, come noti, trovarla non è uno scherzo
Ciao, sconosciuta sangiovannese. Beh, “valdarnotto” è forse troppo onore. Sono molto legato a quella zona ma ci capito troppo poco per considerarmi “d’adozione”
ProfA: In effetti, so’ probblemi… Ma potresti mangiarla tu!
Federchicca: sorry, troppo tardi. Era buono, sai?
Giapatoi: se fai la gita, voglio i dettagli. Quello “vero” non l’ho mai assaggiato ma dev’essere da svenimento.
Rita: mangio entrambe le cose, ma questo non impedisce a Davide di prosperare indisturbato con una dotazione guanciale proporzionalmente superiore persino alla tua. E comunque lo ammetto: il tutto dipende da fattori circostanziali ineludibili.
Tortadimele: 🙂 E stavolta era buono anche il vino!
LudmillaParker: beh, sai, qui si è rimesso a fare un clima marzolino che il piatto ci stava tutto.
nuriape: STAI ANDANDO IN SICILIA??? Hai tutta la mia più sincera invidia!
seee, fai prima a prepararmelo tu quando verrò a trovarti, ma mettimelo sempre come seconda opzione dopo i granchioni del new england.
Kat: se vuoi i granchioni molli devi venire fra fine maggio e inizio giugno. Il resto dell’anno non sono molli. Come se vuoi i gamberetti freschi buoni buoni devi venire fra metà gennaio e metà marzo. Per certe cose la stagionalità esiste ancora, vivaddio.
mi sa che la stagionalità dei gamberetti e dei granchi non coincide con la mia stagionalità scolastica 😦
Si…vado dai suoceri ;-)…ti pensero’ quando mangiero’ gli involtini di pesce spada (secondo me gradiresti un sacco! :))
Kat: tu intanto vieni. Gli astici si trovano sempre, e così il tonno “sushi grade”.
Nuriape: purtroppo quasi non mangio pesce, e gli involtini di spada ci cadono dentro! Ma puoi pensare a Pigrazia, LEI gradirebbe di sicuro
(Ma scommetto che quando prepari il tuo SEGRETISSIMO misto rosticceria Davide per non saper né leggere né scrivere va a giocare nell’altra stanza.
Ah, comunque devo farti notare un gravissimo errore di grammatica.
Non si dice “dividetevecesele dentro le patate”, ma “dividetevicisivi”. Cosa v’insegnano a scuola).
😀
Rita
Rita, Rita… “Le” è riferito alle pentole, forma accusativa alla greca (tipo “sparsa le trecce morbide sull’affannoso petto”). Essendo il verbo all’indicativo, l’ho resa con la particella pronominale. Forma un po’ aulica, lo ammetto, ma a volte mi concedo di questi vezzi.
“semplicissimo” dice lui! help me 🙂
Perché, cosa c’è di complicato?
Pigrazia si’ che capisce…ti assicuro che gli involtini del Signor Grasso li gradiscono anche i vegani 🙂
ho salivato come un labrador…