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Io il senso dell’umorismo ce l’ho…

(fonte: http://www.repubblica.it/politica/2010/07/19/news/berlusconi_duomo-5686432/?ref=HRER2-1)

È che, più che le battute sulle zitelle cattoliche un po’ bruttine, mi divertono quelle sui nani pelati col complesso di Napoleone, ma non è che non me la rida alla faccia di qualcuno.

  1. luglio 20, 2010 alle 03:03

    peccato sia una tragedia

  2. luglio 20, 2010 alle 11:14

    ti risponderei con le parole del Fatto: "Un tipo con i tacchi, con il cerone, con i capelli fintie piuttosto sovrappeso ironizza sull’aspetto fisico della Bindi"

  3. luglio 20, 2010 alle 11:49

    Parla lui che deve pagare per trombare, siano pure favori anziché soldi.

  4. luglio 20, 2010 alle 13:25

    UNA STATUETTA, UNA STATUETTA, PRESTO!Nina

  5. luglio 20, 2010 alle 13:30

    Pierosky: no, magari fosse ancora una tragedia. Quando diventa farsa è anche meno rimediabile.tortadimele: ben ritrovata, è un po' che non ti si vede né di qua né di là. Il concetto è proprio quello. Piuttosto, come sono andate poi le cose di cui mi dicevi? Mi mandi un PVT?Mint: apre il culo e gli dà fiato, davvero.

  6. luglio 20, 2010 alle 13:31

    Nina: he he he he! Stavolta S. Pietro, dai. Con tutto il colonnato e magari l'obelisco.

  7. luglio 20, 2010 alle 13:57

    leggi questo commento. parole sante.

  8. luglio 20, 2010 alle 21:10

    Kat: le condivido, ma non so se le conclusioni che ne trae siano affidabili. L'impero starà crollando, ma non vedo i vandali al confine per deporre Silviolo Augustolo. Come niente, il crollo durerà altri dieci anni.

  9. luglio 21, 2010 alle 07:32

    ho come la sensazione che un vend-alo ce lo stiamo costruendo pian pianino qui dalle mie parti. se fossi stato qui nei giorni della grande kermesse avresti capito cosa sta smuovendo e il fermento che sta creando attorno a sè (vai su uno dei miei due links)

  10. luglio 21, 2010 alle 12:37

    Chissà perché questo accanimento verso la Bindi: è già la seconda volta che la offende gratuitamente.

  11. luglio 21, 2010 alle 14:18

    Archimede: come molti fallocrati da operetta, discrimina le donne brutte ed è terrorizzato dall'idea di suscitare il loro interesse (visto che dà per scontato di suscitare interesse in qualunque donna incontri).Kat: darò un'occhiata. Leggo buone cose, ma non sono totalmente sicuro che abbia l'appeal. Troppa gente non riuscirebbe a non tenere in indebita considerazione la sua omosessualità.

  12. luglio 21, 2010 alle 16:54

    Direi che la Bindi e' una buona antitesi a un po' tutto il suo carrozzone, non reale minaccia ma di sicuro concreto controesempio dell'assodato sottotesto che "i potenti fanno cosi' ".e poi sparare su di lei personalmente serve a non far discutere di questioni piu' serie e a delegittimarla in eventuali dibattiti.

  13. luglio 21, 2010 alle 17:05

    Oh, questo è certo. Ma leggiti l'articolo che cita Katika, ci sono questi spunti e anche altri. Merita decisamente uno sguardo.

  14. luglio 21, 2010 alle 19:54

    Sì, quella del pelato col complesso di Napoleone è bella. Non come quella del nano che trova la cura per il cancro, però.

  15. luglio 21, 2010 alle 22:45

    ti posso assicurare che ha talmente appeal e carisma che nessuno, dico nessuno, tra i più retrogadi bigotti pensa alla sua omosessualità. qui siamo già tutti pazzi di lui, come gli americani con Obama.sta facendo riscoprire il gusto di far politica. io ne sono conquistata perchè per la prima volta in vita mia la politica non mi sembra una cosa così sporca. nella settimana della fabbrica di niki, sono venuti giovani da tutta l'italia a sentirlo e a partecipare ai seminari organizzati dalla fabbrica.una roba mai vista. un entusiasmo come non si vedeva da tempo.spero che nichi preservi sempre la sua pulizia intellettuale e l'onestà e il candore delle idee buone.

  16. luglio 22, 2010 alle 08:48

    Mio padre, sinistroide pseudointellettuale con tendenze agricole post pensione, afferma sereno che a settembre cadrà il governo e che la sinistra risorgerà trascinata da Nichi Vendola. perchè, afferma lui, il popolo è stufo e ha compreso finalmente il nano malefico. Io, personalmente, non è che ci creda molto.

  17. luglio 22, 2010 alle 10:36

    questa intervista (a Libero, che non è troppo tenero con lui, come noterai) sembra rispondere al tuo commento n. 11

  18. luglio 22, 2010 alle 15:45

    Boston beato te che vivi da un' altra parteeee

  19. luglio 22, 2010 alle 16:32

    Winter: ma è una variante della stessa barzelletta, eh? Sempre complesso di Napoleone èPhoebe: tendo a pensarla come te, ma insomma, dovrà pur finire. Sono disposto ad attaccarmi all'ennesima, flebile speranza. E a crederci di più, se riuscirà a sconfiggere il suo primo nemico: la dirigenza attuale del PD.Kat: sì, ne sta collezionando di figuroni anche presso gente che potenzialmente dovrebbe osteggiarlo. Non so, mi sento come i democratici che vedevano Obama troppo negro perché potesse sfondare fra gli indecisi, ma l'Italia non è gli USA. Mi pare che la gente non si incazzi.Mela: a dire il vero, in questo periodo mi piacerebbe che Pigrazia potesse godere delle leggi italiane a tutela della maternità… Ma, fondamentalmente, sono d'accordo

  20. luglio 22, 2010 alle 17:41

    Boston,Io, come Pigrazia, la maternita' me la sono fatta qui' in USA con le leggi americane. Ho lavorato fino al giorno in cui ho rotto le acque, che tra l'altro era un venerdi'. Ho lavorato fino alle 5, sono tornata a casa e verso le 8 e' cominciato il travaglio. Sono andata in ospedale e il giorno dopo e' nata mia figlia.Se devo essere sincera sono contenta cosi'. Io ho cambiato lavoro che ero incinta di 5 mesi, mi hanno assunta col pancione! Nessuno ha fatto una piega. La mia maternita' non e' pesata a nessuno e devo dire nemmeno a me. Fossi stata male allora capirei che sarei dovuta stare a casa, ma io sono stata bene, certo, non faccio la scaricatrice di porti, e ho usufruito dei permessi per andare a visita dal medico, ma oltre a questo perche' avrei dovuto stare a casa? E a fare che? Ad abbuffarmi di ciambelle davanti alla televisione? Ad annoiarmi a morte e a non vedere l'ora che nascesse mia figlia? E non e' molto meglio andare in ufficio, vedere i colleghi e le colleghe, darsi da fare, essere utile, parlare anche di come sara' dopo, cosi' che il tutto e' molto piu' leggero e non mi sono abboffata di ciambelle?E mi hanno fatto anche un bellissimo baby shower i colleghi d'ufficio!E in tutto questo non mi sono mai sentita discriminata come donna. In Italia si. La prima cosa che pensano quando devono assumere una donna e' : questa esce incinta e sta' in maternita' per 5 mesi (se ci va bene)….meglio un uomo.No no, meglio qui', sono piu' contenta io e sono piu' contenti loro e non mi e' pesato per niente venire a lavorare fino all'ultimo giorno. Ma proprio per niente.

  21. luglio 22, 2010 alle 18:46

    Dora: non discuto del prima (Pigrazia si è fatta un percorso analogo), ma del dopo. L'allattamento è una cosa seria, le otto settimane non pagate come minimo garantito dalla legge (e pertanto come massimo offerto dalle piccole-medie aziende) fanno ridere. Chissà perché, la moglie del CEO della piccola azienda poi magari va in giro a propugnare l'allattamento a richiesta per almeno un anno…

  22. luglio 23, 2010 alle 13:50

    Io lavoro per una grande azienda e ho avuto 5 settimane di maternita', questo perche' ero stata assunta da poco e non mi spettava proprio niente perche' non avevo nemmeno i sei mesi di anzianita' richiesti per acquisire i benefit. Non ho allattato per altri motivi, soffro di emicranie e ho dovuto prendere farmaci per non farle tornare dopo la gravidanza, quindi l'allattamento era sconsigliato, la bimba e' andata al daycare a 5 settimane e per quello che e' il mio carattere devo dire che e' stata la mia salvezza: stavo diventando pazza in casa con una bimba che piangeva ogni 30 minuti!!! Il lavoro mi ha salvata dall'esaurimento nervoso e mi ha fatto godere la maternita' molto di piu', ora mia figlia ed io abbiamo un rapporto meraviglioso, lei va al daycare e gioca con gli altri bimbi ma quando torna a casa siamo inseparabili, da me impara l'italiano, dal papa' e dalla scuola l'inglese e il tempo che passo con lei sono molto meno stressata, io sono una grande amante degli animali e abbiamo tre cani due gatti e un furetto (e ne stiamo adottando un'altro dal rifugio) e lei ha imparato da me ad amarli e a giocarci quindi passiamo il tempo a giocare e a rotolarci coi cani, a stropicciare il furetto e a dar da mangiare agli scoiattoli, ai cerbiatti, agli uccellini….le insegno a cucinare, chiaccheriamo in italiano, le insegno i nomi degli animali, insomma siamo molto unite, ma ti ripeto, il fatto di andare a lavorare mi aiuta a tenere basso il livello di stress.

  23. luglio 23, 2010 alle 14:33

    Beh, la tua è una situazione un po' particolare per vari motivi, ma non è esattamente ideale – lascia perdere che poi sei riuscita a barcamenarti, a te va benissimo così e tua figlia sta benone: il buon risultato non implica che la normalità dovrebbe essere differente.Ecco, il fatto che le aziende garantiscano un minimo che va bene nella tua situazione particolare ma non quello che dovrebbe essere la norma è profondamente sbagliato. Ed è profondamente ingiusto che chiedano ai dipendenti qualcosa che la dirigenza non si sognerebbe mai di fare. La maternità non deve essere un lusso – se a questi gliene frega qualcosa di continuare ad avere dei consumatori.

  24. luglio 23, 2010 alle 15:34

    Tra questo e l'essere discriminate a josa, sinceramente preferisco questo, e poi non sono tanto convinta che i figli crescano male al daycare, l'amore si puo' dare in tantissimi modi e il latte materno si puo' sempre dare anche con la bottiglia. Una mamma in gamba riesce a garantire l'amore e il suo tempo ai figli anche se lavora e comunque ho notato che molte donne qui' scelgono di lasciare il lavoro o di lavorare part time per il periodo in cui i figli sono piccoli per poi tornare ad essere lavoratrici full-time una volta che i figli sono cresciuti, questo appunto e' possibile perche' il lavoro si trova facilmente e non c'e' discriminazione di sesso ed eta'. In Italia se lasci il lavoro lo perdi.Personalmente credo che avrei solo comunicato il mio stress a mia figlia se fossi rimasta a casa, invece ho notato che qui' ci sono delle ottime strutture anche se (giustamente) si fanno pagare e Martina impara tantissimo all'asilo, a due anni e mezzo gia' conta fino a dieci,  sa l'alfabeto (con la canzoncina naturalmente)  e poi si diverte tantissimo a dipingere con le mani, a giocare con l'acqua, con la sabbia, sugli scivoli, fanno mangiare gli uccellini, seminano i pomodori, hanno persino messo le uova nell'incubatrice e sono nati i pulcini, chi avrebbe mai la pazienza di perdere tutto questo tempo con lei? inoltre socializza con gli altri bimbi, cosa importantissima! Io dal canto mio le insegno i numeri in Italiano e in spagnolo (con Dora the Explorer), l'amore per gli animali, la cucina, mi aiuta con l'orto, con i fiori in giardino, e mi aiuta persino a  pulire la casa (a modo suo naturalmente).

  25. luglio 23, 2010 alle 17:30

    Dora, insisto: mi fa piacere che tu ti sia trovata bene almeno quanto mi fa piacere che Davide si sia trovato bene ad essere allattato e avere mamma a casa un anno, di cui sei mesi dedicati interamente a lui e sei lavorando in un'altra stanza mentre in casa c'era una baby sitter. Che l'alternativa possa essere al limite anche buona, come nel tuo caso, non lo discuto, ma continuo a non trovarla ideale. In ogni caso, optare per una soluzione come la tua o meno dovrebbe poter essere una scelta, non un qualcosa di imposto dai fatti. La stai facendo anche un filo tanto facile sul discorso ritrovare lavoro qui dopo averlo perso/lasciato, la nostra esperienza non è altrettanto rosea. E comunque, io capisco che in Italia una si mette in gravidanza a rischio, poi ha la maternità e poi può chiedere il supplemento di maternità non pagato, rimanendo fuori dal posto di lavoro tre anni, ma insomma, un punto intermedio è ragionevole immaginarlo – e la discriminazione va combattuta. È lei che è sbagliata, non la maternità.

  26. luglio 23, 2010 alle 18:44

    Lo so che e' sbagliata, ci mancherebbe altro! ma e' inevitabile se il livello di efficienza tra due persone e' obiettivamente diverso. Puoi fare tutte le leggi che vuoi, troveranno sempre il modo per aggirarle e ti assicuro che le prime a discriminare sono proprio le donne che fanno le assunzioni (sono vittima discriminata proprio da due donne) mamme, nonne che a loro volta hanno anche usato e abusato della legge sulla maternita'.  E' un dato di fatto. E allora io dico che tra i due mali io considero minore questo di non avere il benefit, anche perche' tutto sommato puoi scegliere sempre di non lavorare e la scelta alla fine e' tua, mentre in Italia scelgono loro o licenziandoti o non assumendoti proprio e come si dice dalle mie parti sei cornuto e mazziato.

  27. luglio 23, 2010 alle 18:50

    Ma infatti non va fatto con le leggi ma con l'educazione. Pensa come, in questo paese, sono riusciti a passare dal fumo visto come cool alla cosa più sfigata che uno possa pensare di fare. Tutto sta a fare campagne del genere, dopodiché chi discrimina non soltanto sarebbe in violazione della legge ma sarebbe anche socialmente reietto. Almeno altrettanto di chi abusa dei benefit, che già oggi non è che qui sia visto benissimo.

  28. luglio 23, 2010 alle 19:08

    Ma vedi, tu qui' ci vivi come me e te ne sarai reso conto, l'americano e' workoholic, e quindi il concetto e' quello, l'idea che si ha e' quella, piu' di 8 settimane di allattamento in effetti danno l'idea che si sta abusando un po' della situazione, anche perche' poi si prendono le ferie e da 8 si passa a 10, anche 11 se vogliamo.In effetti non e' che hanno tutti i torti. Da noi la legge parla di due mesi prima e tre dopo. Appurato che prima in effetti non servono (a meno che non si sta male e' chiaro)  10 settimane sono 2 mesi e mezzo. Non e' che stiamo poi tanto lontani eh? Considera poi anche il fatto che a differenza dell'Italia qui' le strutture (private eh! a pagamento per carita'!) ci sono e sono buone, anzi buonissime! Mia figlia e' andata al daycare e fino a quando non ho dovuto cambiare due mesi fa', quando l'andavo a prendere non voleva venire a casa perche' si divertiva troppo. Ora ha cambiato daycare perche' la maestra ha deciso di chiuderlo e quindi si e' dovuta abituare a delle maestre nuove quindi mi fa un pochino di storie ma si diverte lo stesso tantissimo, e' solo una questione di tempo (e del fatto che mia figlia e' una stronzetta) ma so benissimo che si diverte molto (appena me ne vado smette di fare storie e comincia a ridere e giocare).Io comunque credo che in Italia la situazione e' troppo sbilanciata e comunque troppe persone se ne approfittano senza che il datore di lavoro possa fare niente. Non mi fraintendere non sono Berlusconiana, Dio me ne scansi e liberi! pero' ci deve anche essere un modo di salvaguardare la produzione ed evitare la bancarotta delle aziende e dello stato.In ogni caso io ho notato che nonostante tutto qui' fanno molti piu' figli che in Italia, quindi qualcosa dovra' pur dire.Io in Italia avevo paura di uscire incinta ed ero in regola e lavoravo per una grandissima azienda. Parastatale. Tutte le mie colleghe che hanno avuto bambini si sono trovate male quando sono rientrate dalla lunga maternita', quasi come se il loro posto fosse stato cancellato. Qui' non mi sono fatta nessunissimo problema e non ho avuto nessun problema al ritorno, anzi ho trovato la scrivania stracolma di lavoro.

  29. luglio 23, 2010 alle 19:17

    Piuttosto io penso che sarebbe molto piu utile avere dei nidi in azienda, gestiti dalle stesse aziende e pagati dagli stessi dipendenti che invece di pagare i daycare pagherebbero queste infermiere-maestre che si prendono cura dei piccoli delle impiegate-operaie. A quel punto essendo i piccoli nel nido dell'azienda anche l'allattamento non sarebbe un grosso problema.L'azienda metterebbe a disposizione un locale e il personale sarebbe pagato da coloro che usufruiscono del servizio.

  30. luglio 26, 2010 alle 14:34

    non rido volentieri delle persone ridicole e tendo a ignorarlo il più che posso(però leggerei con interesse l'equivalente del 5 maggio scritto dal poeta Bondi; potrebbe iniziare più o meno così: egli è, siccome eterno)ciao

  31. luglio 26, 2010 alle 15:37

    YBAN: egli è, siccome eternitDora: e non mi convinci, e forse dovremo farcene una ragione. Punto primo, continuo a credere che tu non possa prendere una situazione che ha soddisfatto te e considerarla quanto ragionevolmente la gente ha diritto di aspettarsi. Buonissimo per te che ti è bastato di meno, ma non è questo il parametro. So perfettamente che non sei berlusconiana, la nostra interazione è iniziata su Votantonio e non mi sembra che fossi là per litigare, ma basarsi esclusivamente sui propri parametri per decidere cosa va bene a tutti è uno degli aspetti caratteristici del nano. Secondo poi, io è molto tempo che dico che i diritti dei lavoratori devono rendere commisurati alle esigenze delle aziende, altrimenti non si va da nessuna parte. Ma quando ho cominciato a fare questo discorso, la forbice fra lo stipendio di un operaio e i guadagni dell'amministratore delegato era di una trentina di volte – tanto ma forse comprensibile, e non abbastanza che tagliando di qua sì possa fare granché di là. Ora siamo a un divario talmente ridicolo nella sua esagerazione che, se la dirigenza FIAT tornasse a percepire delle cifre commisurate al reale, Pomigliano sarebbe salvabile senza chiedere ai lavoratori di essere loro a rimetterci. La verità è che le aziende, a livello proprietario, non si sono tutelate nei confronti della dirigenza, la quale a livello mondiale non è che abbia dimostrato di valere tutti quei soldi. Quello che è riuscita a fare è stato socializzare le perdite (per mezzo degli aiuti statali), privatizzare i profitti e intascarsene buona parte, alla faccia degli azionisti, in un gioco dove i primi a perdere sono stati i lavoratori e i consumatori, poi gli azionisti, e dove invece il top management ha continuato a guadagnarci alla grande. Ecco, prima si riequilibri questo aspetto, poi si può riprendere a parlare di tutela delle aziende e ragionevolezza delle aspettative da parte della forza-lavoro. Fino a quel momento, pretendere sei mesi di allattamento garantiti (anche non pagati, eh?) non mi pare più folle delle pretese dei manager (le cui mogli, ripeto, magari praticano l'allattamento "finché dura fa verdura", facendo pure le attiviste).

  32. luglio 26, 2010 alle 18:12

    Boston,Ma tu per manager che intendi? Ci sono vari livelli di "manager". Se vogliamo anche io sono moglie di manager e ti assicuro che non ho praticato l'allattamento per sei mesi ne faccio l'attivista, ne lo fanno le altre come me, ne' le manager allo stesso livello di mio marito e nemmeno a livello piu' alto. Ma poi da quale livello si comincia a considerare un manager "manager"? Intendo in una grande azienda. Se poi per manager intendi il CEO allora e' un'altra storia, ma figurati se la moglie di quello puo' allattare, alla sua eta' semmai allatta i nipoti e comunque con tutti i billions  che guadagna se ne guarda bene dal lavorare. E figurati se fa l'attivista! Fa l'attivista dei suoi miliardi fa!La situazione italiana e' un'altra storia, quelli non fanno testo, hanno uno stipendio di cacca, ma proprio di cacca! Non negoziabile se non al ribasso,  e gli vogliono togliere anche quei benefit che hanno guadagnato negli anni di lotta operaia. Che schifo!

  33. luglio 26, 2010 alle 18:59

    Buona domanda. Mi riferisco al senior management, cioè quelli che entrano in consiglio di amministrazione. In un'azienda veramente grande, anche al gradino immediatamente sotto. Mettine dieci a guadagnare i millions in un'azienda medio-grande, diciamo sul miliardo di dollari di fatturato, e dimmi di quanto erodono i margini degli azionisti, in teoria le persone verso i cui interessi hanno il loro primo dovere. E via a scendere, e tutelando gli interessi altrui sempre meno.

  34. luglio 26, 2010 alle 19:49

    Ok, allora, questa e' un'azienda grande, non medio grande, ma grande e credo che in consiglio di amministrazione ci saranno una dozzina di persone in tutto. Non credo proprio che le mogli lavorino, ma figurati! Chi glie lo fa fare! E poi sono dei vecchiardi! Credo che le mogli passino il tempo a sperperare i soldi dei mariti! Yacht, piscine, cene di beneficenza ecc! Figurati se quelle si preoccupano dell'allattamento! Le povere mortali come me lavorano e basta.Personalmente ho un ottimo rapporto con i colleghi e con i miei capi. Se ho bisogno di passare del tempo con mia figlia perche' non sta bene o altro basta che lo chieda, posso tranquillamente lavorare da casa, io sono sempre disponibile a lavorare di piu' e il mio manager e' sempre disponibile a darmi del tempo per la famiglia quando mi serve, c'e' estrema flessibilita' da parte sua ma da parte mia lavoro sempre tanto, non ho mai preso un giorno di malattia, anche se non sono stata bene ho lavorato da casa (sara' successo una o due volte in tre anni) piu' che altro mi e' capitato che la bimba avesse la febbre e allora ho lavorato da casa mezza giornata io e mezza mio marito, venendo a lavorare in ufficio l'altra meta' cosi' da poter raccogliere le cose necessarie alla scrivania. Anche gli orari sono flessibili, e se ho da fare qualcosa la faccio, anche il sabato o la domenica, ma allo stesso tempo se devo andar via prima vado via. E' il bello di essere un exempt  ma anche quello di avere un management molto intelligente. 

  35. luglio 26, 2010 alle 19:54

    Quello che voglio dire e' che non ce le vedo le americane a fare una lotta per avere piu' benefit, per avere i tre o quattro mesi di allattamento. Cosi' come me, le vedo tranquille e contente di quello che hanno. Almeno qui' e' cosi'. Il nostro ambiente di lavoro e' abbastanza sereno e non ce la vedo una protesta attivista per ottenere piu' privilegi. Credo anche che se una di noi chiedesse un mese in piu' senza paga non le verrebbe affatto negato. Il fatto e' che nessuna di noi vuole stare un mese a casa con un pargolo in fasce che strilla aggratis! 

  36. luglio 28, 2010 alle 19:54

    Dora, bah… che tu non veda le americane a eccetera è un conto, ma non vedo neanche un pediatra americano che non lo considererebbe opportuno. Almeno in questa parte degli USA. Nel mio piccolo, concordo con loro: non so più quante fonti potrei riportarti riguardo i benefici psicologici della presenza della madre nei primi mesi di vita e dei benefici fisici di un allattamento di almeno un anno. Come ti ho premesso qualche commento fa, dobbiamo convenire che non concordiamo.

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