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Archive for marzo 2007

Bostoniana divorzia nella notte

marzo 31, 2007 47 commenti

No, non da me. Non ho mai raccontato che Bostoniana e io conviviamo more uxorio in attesa di suo divorzio. Non che nessuno dei due tenga particolarmente alla burocrazia del matrimonio, visto che in fondo non è il pezzo di carta che rende solido il rapporto, ma bisogna ammettere che aiuta a risolvere il discorso visto.

E quindi, la notizia della mattina – portata da una Bostoniana che salta sul letto appositamente per comunicarla a me, ancora nelle braccia di Morfeo – è che il suo avvocato/legale rappresentante e il suo ex marito sono stati all’udienza e pare che tutto sia andato liscio. Ora si tratta solo di andare a Las Vegas e farci sposare da un clone di Elvis.

Incontri

marzo 30, 2007 11 commenti

Sono due. Se ne stanno in un prato. Lei mangia tranquilla, lui ti guarda passare con aria inquisitiva, per accertarsi che tu non abbia cattive intenzioni. Come una coppia di anziani. Sono due oche canadesi.

Ne vedi il dorso. A una trentina di centimetri da terra. È peloso, marrone, trotterella per i fatti suoi. Potrebbe essere un cane. È un procione.

Si aggira per un giardino, tutto bianco e nero. Passa sotto una macchina, attraversa circospetto la strada, entra in un altro giardino. Come farebbe un gatto. È una puzzola.

Se ne stanno sul marciapiede, vicino a un semaforo. Espressione cool, ti guardano con aria di sfida, gonfiandosi. Che non ti salti in mente di toccarli, avvicinarli, incrociare il loro sguardo. Come una gang di giovinastri. Sono quattro tacchini. Selvatici.

Sono lì a farsi i fatti loro in un campo. Brucano l’erba. Ti guardano passare con l’aria un po’ disincantata che hanno sempre le mucche quando brucano in un campo sul ciglio di una strada. Sono dieci cervi. Anche loro selvatici.

Il tutto rigorosamente in città o nell’immediata periferia.

Il giorno che ce ne andremo da qui, questo aspetto dell’America sarà fra quelli che mi mancheranno.

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Ode alle pappardelle alla salsiccia

marzo 26, 2007 19 commenti

Dedicata a tutti i filastroccari della domenica la cui musa è nello stomaco. Con un pensiero plagiaro e colpevole a Gianni Rodari, il più grande filastroccaro di tutti.

Miei sodali musicali
me ne spiace, non verrò
martedì ho un esamone
e domani studierò

O compagni del mio corso
sto impicciato, non verrò
sì, lo so che c’è l’esame
la mia parte già la so

E così, il buon Bostoniano
liberato dei suoi impegni
la domenica trascorre
in affari assai più degni

Perché ormai, che si rimanda
son tre mesi, adesso basta
agli impegni ci si nega
e si prova a far la pasta

non la pasta che si compra
non sarebbe fatto nuovo
Bostoniano si avventura
nel tirar la pasta all’uovo

Di farina, un buon tre etti
similmente, uova tre
stira, schiaccia, leva, metti
appallottola e… olè

metti in frigo per mezz’ora
dentro un po’ di cellofàn
stendi con la macchinetta,
infarina bene il pian

piega, taglia, poi ristendi
lascia un poco ad asciugare
con salsiccia e pomodoro
una salsa metti a fare

ci van dentro funghi secchi
la carota, una cipolla
Oh, la pentola dell’acqua!
Falla andare finché bolla

Metti in acqua un po’ di sale
butta giù le tagliatelle
lascia lì fino a cottura…
certo, son venute belle!

Mischia dunque con la salsa
parmigiano a nevicata
porta in tavola con gioia…
Miei signori, che mangiata!

Le folli segnalazioni di Bostoniano

marzo 25, 2007 6 commenti

Da qualche parte dentro di me mi piacerebbe essere un grafomane, ma non limitatamente alla scrittura in formato elettronico: mi piacerebbe essere una di quelle persone che non campano senza un blocchettino di appunti sul quale segnare, con una bella penna e un’ancora più bella calligrafia, le idee che gli vengono di getto.

Nella realtà: se definisco i miei post "faticosi parti" è perché soffro di un notevole blocco creativo (tenere il blog è anche un modo di superarlo). Peggio ancora, odio scrivere a mano. Peggio ancora, quando lo faccio, la mia grafia (il "calli" non se lo merita) è più che incomprensibile: è offensiva per l’occhio.

Ma il grafomane frustrato che mi porto dietro subisce comunque il fascino della bella carta, delle stilografiche, della magia dello scrivere eccetera. È forse per questo che questo prodotto ha attratto la mia attenzione e mi sta provocando pensieri contrastanti.

Siete andati a vedere il sito? Vi siete scontrati con l’inglese? Niente paura, ci pensa Bostoniano vostro, è il suo mestiere. In pratica: questi buontemponi si sono messi a produrre blocchi da appunti (più che altro da diario) e carta da lettera in carta fatta a mano. Fin qui, tutto nel solco del trend filoecologico-filorientale. La differenza è la materia prima. Cito dal sito: "Raccogliamo feci di elefante disseccate dalle riserve naturali e le portiamo alla nostra cartiera. Qui le laviamo con acqua, fino a che non rimane che la parte fibrosa. Bolliamo questo residuo in enormi caldaie per assicurarne l’igiene e aggiungiamo fibre da foglie di ananas e di banano per dare più resistenza e spessore alla carta". Dopodiché, la spiegazione prosegue fino alla conclusione: "Ottenuta così la carta, iniziamo a realizzare i nostri prodotti in Carta di Pupù".

Ecologico è ecologico. I prodotti sono anche belli. Stuzzicano il famoso grafomane mai nato, come stavo spiegando. Allora, secondo voi, che cos’è questo dubbio residuo che mi rimane?

Non cambio idea

marzo 22, 2007 12 commenti

Nossignore, non cambio idea. Non perché sia un uomo tutto d’un pezzo, il motto "solo gli stupidi non cambiano mai idea" l’ho assimilato col latte materno. Però sono convinto che non prendere il dodicenne genio della musica sia stata la cosa giusta da fare. Sissignore. Lo penso sinceramente. Anche dopo aver visto questo suo video mentre cazzeggia con la batteria…

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Da oggi, me la tiro…

marzo 22, 2007 6 commenti

Finalmente, dopo le incertezze iniziali, dopo vari colloqui, dopo alcune settimane di silenzio, dopo eccetera eccetera, oggi il megadirettore galattico mi chiede di andare nel suo ufficio.

Mi attende con un sorriso.

Si alza.

Mi tende la mano.

Mi fa le congratulazioni, perché la mia domanda è stata accettata.

Da oggi,  non sono più il traduttore per l’italiano.

Sono il terminologo dell’azienda.

Cazzo.

La mia vita cambia da così a così.

Come? "Così" e "così" vi sembrano la stessa parola? Non è casuale…

Però sono contento lo stesso. Tanto può la stupidità umana davanti a un seppur limitato cambiamento.

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Dura la vita…

marzo 20, 2007 2 commenti

Ebbene sì, vista la la situazione e considerate anche le vostre insistenze (Pillow a parte), il tastierista che non si integrava è stato giubilato. Tosto, siamo partiti a cercare un rimpiazzo, complice la fida Craigslist. È stato così che abbiamo pubblicato un annuncio sul tono "Cercasi giovane, bella presenza, laureanzo, co’ tutti meglio e nienti peggio per fare da tastieriere in gruppo così e cosà, rispondere qua e là e su e giù".

Ricevo oggi un messaggio che dice testualmente: "Se siete molto bravi e di mentalità aperta, dobbiamo parlare! John, numeroditelefono". E basta. Neanche una virgola su chi è, che fa, da quanto suona…

Sbalordita reazione di tutti noi quattro. Il più estremo è il batterista, fulgido esempio di calabro-siculo-americano che, con la diplomazia e la pacatezza che da qualche parte deve pure aver preso (con buona pace dei luoghi comuni), vorrebbe rispondere: "Siamo un gruppo serio alla ricerca di un tastierista. Se ti interessa, fatti sentire TU".

Optiamo per un più diplomatico: "La nostra mentalità è aperta limitatamente al voler diventare la migliore "Who cover band" della zona. Ci dici qualcosa di te? Che fai, che suoni, come puoi contribuire, conosci già dei pezzi?" eccetera. Risposta: "Sono lento a scrivere. Potete chiamarmi?" e numero di telefono.

A questo punto, lo ammetto, siamo incuriositi. Decidiamo di andare a vedere il punto. Chiamo. Mi risponde un tipo che fa il panegirico della persona interessata: orecchio assoluto, dodici ore al giorno di studio, suona tastiere, chitarra e batteria, è incredibile, credi a me, ecc. ecc. ecc.

Dico: sì, tutto bello, ma due domande: in che relazione siete? "Oh, è mio figlio!" Ah, OK. E seconda domanda: perché dovremmo avere una mentalità aperta? "Perché ha 12 anni".

Silenzio.

…ah…

La telefonata si conclude in qualche modo. Dopo una rapida consultazione con i miei compari, che si sono fatti le peggio risate alla faccia mia, parte il seguente messaggio:

"Caro John, siamo sicuri che tuo figlio sia un bravissimo musicista, un autentico Mozart in erba, ma no. La verità è che siamo quattro cazzoni più o meno quarantenni che sì, stanno insieme per fare bella musica e farla bene, ma anche per scaricarsi. Quindi, le prove sono una sarabanda di parolacce, birra, battute goliardiche a sfondo sessuale e rutto libero. Tutto questo è legato in modo indissolubile alla qualità musicale della band. Vedi bene che se metti un ragazzino di dodici anni i casi sono due: te lo roviniamo definitivamente o non possiamo più fare i cazzoni, il che non solo ci dispiacerebbe assai, ma farebbe calare il rendimento musicale di un ottanta per cento minimo. Non avercela con noi e tanti in bocca al lupo."

E così, adesso ho sulla coscienza i sogni infranti non già di una ma di ben due persone (forse tre… sempre che il dodicenne sognasse effettivamente di infilarsi in un gruppo di gente di tre volte e passa la sua età a fare musica vecchia di trent’anni). Ancora un po’ di allenamento e sono pronto per andare a fare l’amministratore delegato in qualche multinazionale.

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Sapevo che era un gioco divertente…

marzo 19, 2007 5 commenti

…ma a questo livello non ci avevo mai provato. Un piccolo saggio (e non quanto di meglio)

Wednesday, 07 February 2007
 
The program of the morning

What it would serve to me:

    * one beautiful botta of sex
    * to sleep embraces an other pair to you of hours
    * then, casomai, to work

Sure, it would not serve to me:

    * house outside endured
    * the hour of guide to the polar cold
    * the face of the unpleasant head who explains for an hour the next one progettone with voice monotona

If you are wide awake persons, understood by themselves like it will go to end
An other laborious delivery of Bostonian | Permalink | 12:58 | comments (7)
several, job, bostonians household

Lo avrete capito: ho provato a dire a Google di tradurre il mio blog. Risate assicurate, anche a vedere come nei link "Anima graffiata" diventa "Scratched spirit", "Botteghe oscure" si dà a vendere indumenti neri e vecchi dischi di Siouxie and the Banshees ("Botteghe Dark"), Orso Elettrico diventa un notevole "Bear Electrical Worker" (premio surrealità 2007) e "Paolo Attivissimo" uno strepitoso "The Most active Paul". Se volete provare, la sintassi è http://64.233.179.104/translate_c?hl=en&u=http://ilvostroblog.dominio.com/. Potremmo divertirci a confrontare le cose migliori in privato.

Bricolage

marzo 18, 2007 3 commenti

Correva l’anno 1993, o forse il 1994, comunque una vita fa. Bostoniano è in una casa appena rimessa a posto e, trapano alla mano, sta cercando di montare un portacartaigienica nel bagno. Scopre così, nel modo più scioccante e imbarazzante possibile, che nulla obbliga a che la cassetta dell’acqua di scarico del gabinetto sia murata in posizione esattamente perpendicolare alla tazza. Nella scena successiva, degna di un cartone animato dei tempi d’oro, Bostoniano sta tappando il getto d’acqua con un dito e grida "Chiudete il rubinetto generale".

Saltiamo ora a piè pari al 2007. I Bostoniani hanno ricevuto il nuovo passeggino tecnologicissimo e strafigo che si sono potuti permettere grazie alla riuscitissima colletta del baby shower. Si sono inoltre procurati un fasciatoio di seconda mano. Entrambi sono arrivati smontati.

Stupendo innanzitutto se stesso, Bostoniano li ha montati entrambi correttamente e solidamente in meno di un’ora, senza disastri, senza guardare il DVD dimostrativo di cui è fornito il passeggino (il fasciatoio non aveva proprio nulla). È quindi con molta più fiducia e speranza che ora può guardare a quando, fra qualche settimana, dovrà montare la culla.

e lieve lieve…

marzo 16, 2007 5 commenti
…e lieve lieve
cade la neve
sull’alta pieve
di Pontassieve
e il tetto breve
che ne riceve
più che non deve
si fa ben più greve
ahi troppo greve
sempre più greve
e cade in breve
non più la neve
sovra la pieve
sibben la pieve
sovra la neve
che cade lieve
sull’alta pieve
di Pontassieve
e il tetto breve
che ne riceve
più che non deve
si fa più greve
sempre più greve
ahi troppo greve
e cade in breve
non più la neve
sovra la pieve
sibben la pieve
sovra la neve
che cade lieve
sull’alta pieve
di Pontassieve
e il tetto breve…
(Ernesto Ragazzoni)

Se non si è capito, qui rinevica. 8 centimetri, e continua.

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