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Posts Tagged ‘bostonians household’

La comodità è un fatto relativo

ottobre 11, 2011 22 commenti

Io, per esempio, a dormire così starei scomodo

Immagina: aggiornamento

settembre 20, 2011 18 commenti

Il colpevole pare essere il complesso cesso/vaschetta – c'è ancora una remota possibilità che sia qualcos'altro, ma parrebbe che sono esclusi sfondamenti esplorativi. Se va così, per ora la spesa è relativamente contenuta (centinaia, non migliaia di dollari). Il brutto verrà semmai dopo, quando la parte strutturale del pavimento si sarà asciugata e sapremo se basta rimettere giù un mezzo metro quadro delle piastrelline attuali o se tanto vale adottare uno dei vostri suggerimenti. Per il momento, grazie per la solidarietà!

Immagina…

settembre 15, 2011 28 commenti

…un momento che non ci sono molti soldi.

Quale frase suona più agghiacciante di "praticamente, dopo il pavimento del bagno va rifatto"?

Prendersi dei rischi di prendersi dei fischi

settembre 5, 2011 31 commenti

Insomma, per una serie di motivi qui poco rilevanti, sabato scorso avevo a pranzo una coppia di amici con figlio e una cospicua dotazione di genitori/zia di lei (gli ultimi tre, la terza volta che ci si vedeva e la prima che mangiavano da me). Come spesso mi succede in questi casi, scatta il grumo di follia.
Tempo fa, avevo comprato e surgelato una papera. Io ho un rapporto non ancora chiarito con le papere. Innanzitutto, le adoro da vive, le trovo proprio degli animali simpatici. Succede con molti animali, il che non mi ha mai trattenuto dal mangiarli – sì, ci si può leggere una contraddizione, ma così è.
Dicevo, con le papere ho un rapporto non chiarito: a seconda di chi le fa e da come le fa, le trovo immangiabili o buonissime. Di solito non amo il petto: va cotto poco, ma resta molto nervoso; quindi devono tagliarlo molto fine o finisco per ingoiarlo intero con sofferenza (ODIO le consistenze gommose). Spesso non fanno fondere abbastanza il grasso, quindi sa di selvatico a meno di non accompagnarlo con una salsa agrodolce, tipo un coulis di frutta rossa. Il fegato, trattato a foie gras è del livello di quello dell'oca, c'è chi dice meglio. Le cosce, trattate confit come fanno in Francia, sono una goduria: cotte molto piano in grasso di anatra per molto tempo, vengono poi conservate nel grasso rappreso. Al momento di servirle, vengono estratte dal grasso e messe in padella a rosolare per far diventare la pelle croccante. Il risultato è una carne che si stacca dall'osso solo tirando quest'ultimo, morbidissima, con questa pelle croccantissima.
Insomma, decido di fare il pazzo e di non solo tentare il mio primo piatto d'anatra ma, per complicarmi la vita, di cucinarla anche al girarrosto – che significa, a quanto ho letto, due ore e mezza di brace (e valla a tenere accesa tanto tempo!) Dopo molta ricerca, ecco come decido di procedere:

  • condisco l'interno con sale, pepe, scorze d'arancia, timo, salvia, rosmarino e ci infilo 3 salsicce spellate (letto su un sito toscano)
  • faccio tutta una serie di tagli sulla pelle e nel grasso senza perforare il muscolo
  • ungo la pelle con olio, quindi la strofino con sale, pepe, scorza d'arancia, il tutto polverizzato nel macinacaffè
  • tento di praticarle un bondage per tenere a posto le cosce e fermare il ripieno

Gli chef in TV lo fanno sembrare così semplice…
 


La fase successiva è ovviamente il caricamento dello spiedo: si fa passare l'arnese cercando di non fare troppo casino col ripieno e si ferma quello che deve cuocere con i due forchettoni scorrevoli, cercando di infilzarli senza possibilmente autocrocifiggersi

Non si preoccupi, sentirà solo una punturina

Il fuoco, si diceva: per nessun buon motivo, ho deciso che mi piace mettere della legna assieme al carbone quando uso il girarrosto, il che però significa lasciare che le fiamme si spengano quasi del tutto prima di usare la brace. Secondo me, dà un sapore diverso e brucia un po' più a lungo della brace, ma non ho prove scientifiche. In ogni caso, sul fondo piazzo pure un paio di mattoni e un vassoio di recupero del grasso – un po' perché si fa, se no il grill fa un sacco di fumo cancerogeno e fiammate che bruciano l'esterno della carne, un po' perché ho deciso di recuperare il grasso a metà cottura per cuocerci dentro le patate. Preparato il tutto, la papera va su e si chiude il coperchio

Da brava, ora fatti un giretto
 

Ecco, qui la pratica si scontra con la teoria, ovvero si scatena il panico. A circa tre quarti d'ora ricarico la brace, prendo il grasso per le patate e mi accorgo che la pelle della papera sembra già stranamente a buon punto, Devo aggiungere allo spiedo un pezzo di maiale (la papera non basta per tutti) e la papera continua a sembrarmi sempre più avanti. A un'ora e venti, testo la carne col termometro: invece dei settanta gradi che mi aspetto, le letture mi riportano degli infernali novanta. Decido che la levo e la metto in caldo assieme alle patate (che  sono pronte) nel forno spento. Il maiale continua intanto a cuocere, ho deciso che riservo a lui il trattamento che volevo fare alla papera (dare fuoco a un pezzo di lardo su uno spiedo e far colare il lardo fuso infuocato sulla carne per far diventare l'esterno supercroccante). Il pezzo di lardo si rifiuta di prendere fuoco. Lascio perdere, recupero il maiale, affetto, taglio, condisco l'insalata e tutti a tavola.

Questo, credo, spiegherà perché non esiste una foto del prodotto finito, dovrete accontentarvi della descrizione: pelle color mogano, profumo incredibile. Il petto un po' secco – la prossima volta, niente salsicce e cottura un'ora e dieci – ma il resto assolutamente a posto. Patate eccezionali.

Così, galvanizzato dal successo, oggi decido che porto a una festa un altro tentativo: un piatto ispirato al "pulled pork", un classico del barbecue. Si cuoce per ore a bassa temperatura nel fumo una spalla di maiale finché si sfalda a forchettate, quindi si mescolano gli sfilacci con salsa barbecue. Io opto per un approccio più italiano (anche perché non ho uno smoker e non mi interessa averlo): macino sale, pepe, zenzero, semi di senape, paprika, ci aggiungo dello zucchero e strofino il maiale per benino. Inforno a una temperatura folle per venti minuti così, a secco, quindi metto 2/3 di bottiglia di rosso e il succo di un'arancia sul fondo della teglia, copro con carta d'alluminio, abbasso il forno a 140 gradi e lascio andare 5 ore. Alla fine sfaldo tutto, mescolo con l'abbondante sugo rimasto e ottengo questo:

Picture-Perfect Pulled Pork
 

Niente sentori di agrodolce, solo un buon arrosto di maiale. Ma vabbè, per chi vuole, porto la salsa barbecue da metterci sopra. Risultato: maiale finito. Il padrone di casa, domani si farà una splendida pasta al sugo d'arrosto (spadellare la pasta nel sugo d'arrosto, aggiungere formaggio a pioggia, aggiungere se necessario acqua di cottura della pasta). Nessuno, dico nessuno ha usato la salsa barbecue.

E domani, non c'è due senza tre? Col fischio, domani vacanza!

Ce la siamo cavata a buon mercato, altroché…

agosto 29, 2011 9 commenti

Il ritornello di ieri, dopo che Irene se n'è andata a funestare il Vermont, è stato "ma dai, ma che cagata di uragano". In parte, anche i media hanno favorito questo atteggiamento, col loro concentrarsi soprattutto su che cosa poteva succedere (e non è successo) a New York: scampato il pericolo nella Grande Mela, tutto a posto.

Noi, come dicevo, siamo rimasti tappati in casa come da consegna e non abbiamo visto catastrofi hollywoodiane dalle nostre finestre. Oggi – giornata idilliaca, non una nuvola in cielo, aria tersa e fresca, augellini in festa – sono tornato al lavoro. E viceversa, girato a destra per la solita stradina tranquilla, mi accorgo che la bella villetta sul lato sinistro della strada ha un'autogru parcheggiata davanti e una squadra di nerboruti operai che cerca di disincastrare l'enorme albero precipitato sul piano superiore di detta bella villetta, che a questo punto avrà bisogno di un bel restauro per tornare tale (o anche solo completamente abitabile).

E quindi ho ceduto alla tentazione dell'homo tecnologicus dotato di smartphone: ho acceso la fotocamera del telefonino e mi sono tenuto pronto a documentare eventuali altri simili episodi. Per fortuna, non ne ho più trovati di altrettanto eclatanti; ma penso che quello che ho fotografato possa dare un'idea (considerate che è solo una parte di quello che ho visto, e scusate la scarsa qualità: fotografavo guidando).

Iniziamo dalla scorciatoia che faccio di solito per tagliare il traffico, oggi interrotta:

Giro la macchina e prendo il vialone che di solito cerco di evitare. Dopo cento metri, una mamma con bambino sono lì a contemplare un tronco che, un tempo non lontano, fu albero:

Per concludere la carrellata, una casa i cui proprietari oggi andranno presumibilmente ad accendere un cero a San Culo martire da Sodoma e Gomorra:

Insomma, pare che l'abbiamo scampata particolarmente bella. Smetterò quindi di fare lo sbruffoncello e sminuire l'uragano.

Passata la buriana

agosto 29, 2011 15 commenti

E insomma, dai, andata bene. Chiusi in casa tutta la giornata con i pargoli vigliaccamente sedati a cartoni animati, abbiamo tenuto d'occhio l'esterno angosciosamente; ma, per fortuna, l'evento più grave verificatosi nella nostra strada è stato lo stendardo stellestrisce del vicino patriottico (sui dieci metri quadri di tessuto che garrivano fieramente su un palo di cinque metri) che, spezzatosi il palo un mezzo metro sopra la base, è poco cerimoniosamente rovinato sul prato. Storia di una tragedia annunciata, stentiamo ancora a credere che qualcuno si sia potuto dire "ma no, reggerà benissimo".
Viceversa, anche se in giro i disastri non sono stati né del numero né dell'entità che erano stati immaginati dai media (per l'occasione in piena modalità "spaventatevi, l'apocalisse è qui"), di cose ne sono successe. Piene. Ponti resi inagibili. 300.000 utenti senza corrente. Alberi crollati, a volte colpendo case o macchine. Addirittura, a due chilometri da noi, un affare di dieci metri ha bloccato tutto un senso di marcia della strada che collega il nostro sobborgo col centro.
Insomma, alla fine ci è andata di lusso. Grazie per tutti i pensieri positivi, hanno sicuramente aiutato.

Sapessi com’è strano…

agosto 28, 2011 16 commenti

…trovarsi ad aspettare un uragano

E insomma, qualcuno ha scritto oggi su Twitter che è una strana sensazione sapere che c'è questo disastro incombente che però si sposta alla velocità di un ciclista, quindi sei lì che ti prepari ad aspettare che ti colpisca e incroci le dita. In effetti, a me era tornata in mente l'immagine di Austin Powers che fa a botte con uno dei cattivi, poi si leva e lo lascia di colpo. Lui si accorge di che cosa sta per succedere e urla, poi la panoramica si sposta su un trattorone robotizzato che gli sta andando addosso, poi su lui che urla, poi sul trattorone. Poi la ripresa si sposta di lato e si vede che fra lui e il trattorone ci sono tipo venti metri e il trattorone caracolla a mezzo metro al secondo, ma lui è lì fermo che urla. Ecco, stessa sensazione.

Comunque, le preparazioni ci sono state. La televisione suggerisce di attaccare alle finestre delle tavole di compensato, segare gli alberi più pericolanti, mettere le auto al coperto, bloccare le porte e chi più ne ha più ne metta. Forse un po' troppo. Comunque, Davide teme un'inondazione e si prepara così

Alessandro vorrebbe non essere da meno del fratello, ma la ricerca di qualcosa di adatto si rivela impegnativa

Noi, dal canto nostro, abbiamo deciso che intanto levare le cose "sciolte" da attorno alla casa poteva essere già una buona garanzia, quindi il set da giardino, i giocattoli di Davide, i grill e i bidoni della spazzatura sono finiti in garage. Dopodiché, le riserve. Le autorità consigliano di prepararsi alla guerra. Noi, che dire… Non abbiamo riempito la vasca d'acqua, ma una tanica da sedici litri sì. Oltre ad aver preso qualcosa come trenta litri d'acqua gassata e no. Due torce con relative pile, Del prosciutto, del salame, del tonno, fagioli in scatola… Insomma, cose che possono essere conservate fuori dal frigo e consumate senza cuocerle.
I supermercati sono in modalità postatomica: certe cose sono completamente scomparse. Ad esempio, le pile torcia non si trovano più e le mezza torcia sono difficili. In compenso si trovano cose irrinunciabili tipo questa (visto che siamo ad agosto) 

Oh, e naturalmente, visto che l'acqua non è tutto, abbiamo preso anche qualche bottiglia di vino. Durante la quale abbiamo fatto una scoperta: il nostro supermercato preferito fa da paraninfo per i veneti di passaggio, in particolare quelli con un gusto per l'esotico:

Beh, che dire: ora c'è solo da aspettare. I genitori sono già avvertiti che i contatti possono non essere semplicissimi, speriamo che non si preoccupino troppo. Visto che un po' di strizza c'è, speriamo anche che tutto si risolva senza grossi danni. E continuiamo a prepararci. Tipo facendo dodici porzioni di pesto col basilico della vicina del piano di sotto. O approfittare della svendita di peperoncini assortiti per mettere in preparazione l'olio piccante

E quindi, un in bocca al lupo a noi, ovviamente rimpallato anche a Palbi, Alice, Dora e tutti gli altri bloggari di queste parti che aspettano l'uragano con noi (o se lo stanno già beccando). A rileggerci passata la buriana.

Domanda…

agosto 18, 2011 33 commenti

Riuscireste, in due, a mangiarvi

  • una quindicina di fiori di zucca fritti (stile napoletano, quindi con un ripieno di ricotta, parmigiano e prosciutto cotto e impastellati)

seguiti da

  • quasi mezzo chilo di gamberi lessi da intingere in una crema di avocado (avocado, menta, pepe di cayenna e succo di lime)

mandandoli giù con un po' di gelato (di quello decadente che piace a Pigrazia) ed annaffiandoli con quasi una bottiglia intera di Falanghina del Taburno?

O siamo solo Pigrazia ed io?

Tormentoni

agosto 15, 2011 11 commenti

In voga a Puerto Rico:

"Mi piace quel ragazzo perchéééééééé… SUPERGIOOVANEEEE"

In voga dopo il concerto di luglio:

"OLOOONLYYY… OLOOONLYYY… OLOOONLYYY… OLOOONLYYY… OLOOONLYYY… OLOOONLYYY…"

Almeno, non c'è più l'imbarazzo di pensare a come non fargli scoprire le parole mancanti

Il punto più alto del concerto di ieri (e forse di una vita di concerti)

luglio 22, 2011 17 commenti

"Papà, io piace che suoni".

(cUore meltdown immediato)